I maestri della ricerca teatrale by Franco Perrelli

I maestri della ricerca teatrale by Franco Perrelli

autore:Franco Perrelli [Perrelli, F.]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Biblioteca Universale Laterza
editore: Editori Laterza
pubblicato: 2007-01-14T23:00:00+00:00


2. Paradiso dopo

Esaurita la fiammata del Maggio francese, fra il settembre 1968 e l’aprile 1969, il Living Theatre rientrò negli Stati Uniti, dove, almeno fino al 1970, resterà molto forte e sentito il movimento di contestazione, cui partecipavano quasi tutti i gruppi alternativi di maggior rilievo, quantunque oramai alla vigilia di una progressiva «eclisse del teatro politico»32.

Il Living restò spiazzato da un relativo riconoscimento da parte del pubblico, ma ancor più da un evidente scavalcamento rivoluzionario da parte di studenti e intellettuali radicali e delle stesse formazioni teatrali, che si stavano trasformando addirittura in gruppi di teatro di guerriglia (come accadeva, per esempio, a un troncone del Bread and Puppet) e che giudicavano inattuale e inefficace l’anarchismo pacifista del gruppo:

La rivoluzione del Living Theatre non è stata ancora varata ed è già disperatamente antiquata – scrisse Irwin Silber su «Guardian» – [...] ecco ciò che noi della sinistra impegnata americana del 1968 dobbiamo dire ai nostri amabili poeti teatrali appena tornati dall’esilio. Eseguite pure i vostri rituali infantili di ‘libertà’ e di ‘anarchismo’, se è questo che dovete fare. Ma non chiamate rivoluzionari i vostri giochi teatrali. Non minacciateci di spogliarvi nudi. Spogliatevi. Non lamentatevi perché non vi permettono di fumare la marijuana. Fumatela. [...] Abbiamo imparato che per essere liberi, come voi ci chiedete di definire la cosa in Paradise Now, dobbiamo fare tutto ciò che è necessario per arrivare alla libertà. [...] Intendiamo prendere il potere. Non possiamo accontentarci di meno33.

Chi legga ancora i saggi di un critico disincantato come Stefan Brecht, convinto che l’azione teatrale del Living, meglio, le sue «aggressioni fisicamente violente (di grande intensità) ai nostri sensi, e di lì alle nostre emozioni», non riuscivano più a far emergere «alcuna risolutezza rivoluzionaria»34, o si limiti a considerare il titolo di un articolo sul «New York Times» di Eric Bentley del 20 ottobre 1968, I Reject the Living Theatre, si può rendere conto della difficile posizione del gruppo in patria in quegli anni35.

Il 21 agosto 1969, non lontano da New York, si tenne il più grande raduno rock di quel decennio, che poteva quasi rappresentare la realizzazione di un’utopia alternativa e giovanile al sistema. Nonostante tutto questo potesse essere considerato in stretta sintonia con Paradise Now, Julian Beck si ritrovava ora arroccato nel proprio radicalismo, quasi costretto a rilevare sarcastico che «la Nazione di Woodstock: Prodotto Superiore della Cultura Borghese» liberava forse «i figli della borghesia dalla forma di vita borghese», ma nessun altro36. In questa fase, peraltro, Beck meditava di portare il Living a contatto con i diseredati, trovando un «linguaggio valido; un’espressione valida, un mezzo di comunicazione con la gente di questo mondo che non sa cos’è il teatro»37.

Nell’aprile del 1969, il Living rientrò in Europa e Paradise Now, in una versione differente da quella di Avignone, arrivò anche in Italia, dove si viveva un clima di acuta tensione politica e di contestazione studentesca38. La prima all’Alfieri di Torino del 20 ottobre fu interrotta dall’impresario del teatro senza altro motivo che la sua impazienza, e finì in proteste, con l’intervento della polizia.



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